MILENA SGAMBATO
RITRATTO DI DONNA (CON MASCHERINA)
a cura di Marco Izzolino
19 marzo – 23 aprile 2022
Galleria Centometriquadri Arte Contemporanea, via Carlo Santagata 14, Santa Maria Capua Vetere (Caserta)






















In questa mostra l’artista presenta una serie di dipinti che sono parte della sua produzione degli ultimi tre anni. Alcune opere sono state realizzate poco prima dell’inizio del primo lockdown, quando l’Italia intera è stata costretta a fermarsi e i suoi abitanti hanno dovuto auto-confinarsi nelle proprie abitazioni; un periodo in cui per diversi mesi le istituzioni museali, i luoghi della cultura, e in generale tutte le attività aperte al pubblico, sono rimasti chiusi. La pittura di Milena Sgambato documenta la rapida trasformazione dell’Italia e degli italiani in poco più di due anni. Attraverso il filtro della sua pittura, che gioca con l’ambiguità ed il sogno, l’artista descrive la metamorfosi che l’umanità ha subito nel nostro paese, prima degli altri nel cosiddetto “mondo occidentale”. L’esser costretti ad incontrare amici, parenti e colleghi solo attraverso uno schermo per tre mesi, poi ancora per due, poi a poter uscire soltanto indossando delle mascherine – nascondendo buona parte dei sentimenti espressi dal viso – a non potersi abbracciare, toccare, baciare, a chiedersi continuamente “come dobbiamo salutarci?”, a non sapere se offrire il gomito, il pugno, il semplice sorriso cogli occhi… Era tanto tempo che la società italiana non aveva una trasformazione così repentina come negli ultimi due anni. Si tratta di cambiamenti ancora fragili; non sappiamo se saranno permanenti o svaniranno come in un sogno. Milena Sgambato affronta diverse tematiche che hanno a che fare con questi cambiamenti: il modo in cui comunichiamo, in cui abbiamo un contatto fisico, in cui rappresentiamo il nostro corpo e la nostra fisicità, il modo in cui consideriamo la diversità di genere o la nostra responsabilità nel cambiamento climatico… Si tratta di una situazione, quella in cui si trovano gli italiani, che sembra ancora surreale; e la pittura, la pittura sfumata/sfocata dell’artista, è il medium perfetto per rappresentare questa atmosfera di sospensione tra sogno e realtà. Può essere la realtà, ma sembra che tutto nasca da un sogno! Il sogno di Milena Sgambato è il sogno di chi, trovandosi costretto in un appartamento di città, ha sognato di poter essere – in compagnia di altri, del proprio amore, dei propri amici o dei propri cari – “presso un fiume” in ambiente naturale; di poter dimenticare che la nostra vita è ormai dominata dalla tecnologia, della quale non possiamo più fare a meno, e dalla globalizzazione, che ci rende tutti interdipendenti, gli uni agli altri; due cose che hanno forse causato (direttamente o indirettamente) la pandemia. Dimenticare e vivere semplicemente, nella natura. By this river (“presso questo fiume”, da una canzone di Brian Eno) è non a caso il titolo della serie di opere che costituisce il corpus principale di questa mostra – tutta realizzata tra 2020 e 2022. Una serie di dipinti che può essere considerata fortemente sperimentale, se paragonata alla produzione precedente dell’artista. Milena Sgambato vi ha infatti introdotto nuovi elementi stilistici come ad esempio il contorno del dipinto non-finito o la trasparenza di alcuni soggetti in relazione diretta con altri decisamente più opachi. Non vi è chiarezza se si stia rappresentando la realtà o il sogno; la situazione che abbiamo vissuto è stata talmente paradossale che è sembrato quasi di essere improvvisamente entrati in un racconto di Jose Saramago! Il titolo, in evidente opposizione con il soggetto dell’opera scelta per dare immagine alla mostra, vuole fare riferimento al fatto che la trasformazione dell’Italia ha avuto inizio proprio dal cambiamento di significazione di alcuni termini linguistici come ad esempio quello di “mascherina”.
Location: Centometriquadri Arte Contemporanea Santa Maria Capua Vetere, Via Carlo Santagata, n.14, (CE) Orario di apertura: Da martedì a sabato ore 10,30-12,30 e 15,00-18,30 su appuntamento chiamando il numero 3394387214
MILENA SGAMBATO
LA GIOIA
Le sostenibili leggerezze dell’essere
a cura di Federica Bordone
13 marzo 2022
San Sebastiano Contemporary / Casa Bramante Via San Sebastiano, 30, 96010 Palazzolo Acreide (Siracusa)








Chi conosce il lavoro di Milena Sgambato sa che i dipinti presentati per questa occasione sono inediti. Milena ha infatti accolto la proposta di realizzare qualcosa di specifico per l’evento, legandosi alla rassegna che coinvolge anche la presentazione del vino e dell’olio. Confrontarsi con questo tema ha significato per l’artista immergersi nella natura per ritornare all’origine. Approfondendo la lettura del libro della Genesi, è andata ricercando una dimensione ancestrale, incorrotta e incontaminata a cui da espressione attraverso il tema del nudo. Il vino è prodotto della terra e permette la disinibizione dei sensi, le leggerezze dell’essere, la gioia di vivere. Il nudo è natura come lo è il vino. I colori accesi dei corpi rimandano alle sue nuances. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo scorso, il tema del nudo nel paesaggio era stato ripreso da Cézanne nella celebre serie dei Bagnanti; il mito del buon selvaggio aveva ispirato le opere di Matisse Lusso, clama e voluttà, Gioia di vivere e La danza, sprigionando questa forte relazione uomo-natura. Come non pensare anche a Gauguin, in cui nel grande dipinto Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? figure allegoriche ci pongono di fronte a quesiti, per cui la ricerca di una risposta dura un’intera vita. Il rifugio in questa dimensione sembrava essere l’unica possibile. Similmente in questo momento storico, così complesso nell’aspetto sociale, è sentire comune ricercare sé stessi nella natura. I protagonisti che animano le tele di Sgambato sono immerse in un loro mondo interiore, talvolta non ne vediamo il volto, quasi a voler dare la possibilità a ciascuno di identificarsi in uno stato d’animo. Il colore espressivo, saturo nei toni più accesi, lascia spazio ai pensieri, alle note delicate evocate dalla musica con cui intitola le sue opere. Le figure sono diafane, evanescenti. Sono i colori a parlare, attraverso una palette che crea l’artista, stesi sulla tela con pennellate fluide, che per lei sono pura meditazione e occasione di riflessione. L’atmosfera del sogno è talvolta interrotta da qualche oggetto contemporaneo e simbolico, che ci riporta inaspettatamente alla realtà e ci sveglia dall’incanto. Il nudo in bicicletta ci fa vivere la sensazione di libertà e comunione con la natura; il nudo con mascherina il paradosso tra questo desiderio e ciò che ci condiziona o che al contrario ci da più libertà? Questo accade qui come in altri dipinti della serie By this River. Abbiamo voluto racchiudere la riflessione emersa dai nostri dialoghi, con un titolo che cita il celebre romanzo di Milan Kundera, ma che stravolge – come noi oggi ci sentiamo stravolti nel contemporaneo – l’aggettivo insostenibile, dall’accezione negativa, in sostenibili, facendo riferimento alle plurime occasioni che Madre Terra offre, sia sul piano della produzione, che della relazione. Immergersi in essa diventa dunque un’occasione di riconciliazione, per usare le parole dell’artista “siamo natura e natura è tornare a casa”.
San Sebastiano Contemporary / Casa Bramante Via San Sebastiano, 30, 96010 Palazzolo Acreide (Siracusa)
MILENA SGAMBATO
SELVATICO 14
Atlante dei margini, delle superfici e dei frammenti
a cura di Massimiliano Fabbri
26 ottobre 2019-19 gennaio 2020
Museo Civico Luigi Varoli-Corso Sforza 21- Cotignola (Ravenna)






MILENA SGAMBATO
OVER the edge
a cura di Federica Picco
22 novembre – 23 dicembre 2018
GALLERIA GARE 82 – via via Giulio Togni 31- Brescia







MILENA SGAMBATO
ON-OFF
a cura di Luca Palermo
11 gennaio – 21 marzo 2017
GALLERIA E23 – via Giovanni Tommaso Blanch 23 – Napoli
Era il 1992 quando venne inviato il primo sms della storia. Un banale Merry Christmas da parte di un ingegnere britannico ventiduenne di una società appaltatrice della Vodafone UK. Di lì, nell’incoscienza della massa, il nostro modo di comunicare sarebbe andato incontro ad un destino che i puristi della lingua avrebbero categoricamente condannato. Ciò cui stiamo assistendo è, dunque, un cambiamento radicale, un passaggio evolutivo. Il terzo millennio con il suo sviluppo tecnologico incessante è, tuttavia, contrassegnato dalla più straordinaria ed epocale crisi delle relazioni interpersonali favorendo l’ambiguità e la fluidità dell’identità. Ciò impedisce una stabile assunzione della stessa (esserci), che a sua volta si riflette nella instabilità della relazione (esserci con), la quale infine mina profondamente le possibilità generative e progettuali della relazione stessa (esserci per): si è passati, dunque, dall’uomo senza qualità di Musil all’uomo senza legami di Baumann in una sorta di continuità-sovrapposizione che viene a definire il nuovo orizzonte del tema identitario e del rapporto con l’altro.
“L’arte nasce dalla tecnologia – ha scritto Derrick de Kerkchove. È la forza contraria che bilancia gli effetti dirompenti delle nuove tecnologie nella cultura. L’arte è l’aspetto metaforico di quelle stesse tecnologie che utilizza e critica”.La pittura di Milena Sgambato e la sua ricerca artistica partono da tali presupposti, li interpretano e permettono allo spettatore di affacciarsi su una realtà, la loro realtà, nella quale il binomio uomo-tecnologia è quasi inscindibile e simbiotico e nella quale l’esplosione sensoriale è favorita dai nuovi strumenti, che diventano “prolungamenti tecnologici” del nostro corpo.
“Narciso come narcosi” ha scritto Marshall McLuhan: il giovane Narciso scambiò, infatti, la propria immagine riflessa nell’acqua per un’altra persona e quest’estensione speculare di sé stesso attutì le sue percezioni fino a fare di lui il servomeccanismo della propria immagine estesa.
I rapporti umani, le relazioni sociali, persino il silenzio e la solitudine possono essere accesi e spenti come una lampadina. ON-OFF, dunque, input ed output, reale o artificiale, dentro o fuori, perché l’uso (o sarebbe meglio dire l’abuso) massivo e stratificato del mezzo tecnologico incide e determina l’essere e l’essere in relazione agli altri. L’era descritta da Milena Sgambato è quella delle solitudini interattive, contrassegnate dal costante e ossessivo bisogno di essere sempre reperibili, sempre connessi. L’individuo che vive ed agisce in tale situazione sviluppa stati di angoscia, ansie e paure che l’artista puntualmente registra nelle sue tele, nelle quali un passato neanche troppo lontano è costantemente richiamato da elementi simbolici ed un sapiente uso del mezzo coloristico.
L’arte sembra essere, dunque, l’unica funzione che non è ostacolata dalla velocità del cambiamento; del resto l’avanzamento dell’arte e quello della tecnologia rispondono a capacità e aspirazioni tipicamente umane quali creatività, comunicazione, innovazione.
GALLERIA E23- via Via Giovanni Tommaso Blanch 23 (80143) Napoli-Tel. +39 081 0484111 – cell. +39 320 6564903 E–mail: infoe23@gmail.com -Sito web: http://www.eventitre.net
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e su appuntamento chiamando il 320 6564903 – 3348037272
MILENA SGAMBATO
ANOTHER ME
a cura di Arianna Beretta
24 maggio- 30 giugno 2017
CIRCOLOQUADRO arte contemporanea-Galleria Buenos Aires 13-Milano
Can you see me? All of me? Probably not. No one ever really has.
Insieme a Milena abbiamo pensato a lungo sul titolo della sua mostra personale a Milano, presso Circoloquadro. Spesso abusato, in questo caso l’inglese si è rilevato perfetto nella sua assenza di maschile e femminile proprio perché il lavoro di Milena Sgambato è senza genere.
Le sue tele mostrano certamente ragazze e donne – lo saranno poi davvero? – ma l’artista non sta parlando di donne e di femminilità, non sta trattando in nessun modo la questione femminile. È necessario leggere i suoi lavori cercando di andare oltre una semplicista lettura iconografica.
Another me, un altro me o un’altra me?
Poco importa saperlo. I lavori di Sgambato parlano a ognuno di noi, a prescindere dalla nostra identità sessuale e di genere. Quello che le interessa è la persona tout court. Certamente Milena gioca sul filo dell’ambiguità e del sogno – e non per nulla mi racconta che tra i suoi registi preferisti ci sono David Lynch e Stanley Kubrick – per raccontare il cambiamento e la metamorfosi dell’umanità.
Le giovani donne che popolano i suoi quadri vivono una solitudine sottolineata da un fondo neutro o, in alcuni casi, da ambientazioni che potrebbe appartenere a qualunque luogo o a nessun luogo. L’artista cancella il contesto per concentrarsi unicamente sulla figura umana che sembra essere immersa in chissà quali pensieri. Queste figure sono lontane da noi, ripiegate su se stesse oppure intente ad ascoltare musica o a guardare un punto distante, al di fuori della tela dove non possiamo arrivare. In modo ostinato a volte ci voltano le spalle, non vogliono mostrarsi o, se lo fanno, non ci permettono di guardare il loro viso e i loro tratti; altre volte si toccano, come in On-Off 5, a chiedersi “Sono io? Sono così?”. Un gesto che mi ricorda fortemente quello che compie Oscar Kokoscka nel suo autoritratto del 1918/1919: qui l’artista porta la mano sul volto e si tocca quasi a chiedersi “Ma sono io questo?”.
Domande senza tempo che ci sollecitano continuamente. Identità, personalità, cambiamento, sono questi i temi intorno a cui ruota la ricerca di Milena Sgambato. Che riesce a permeare i suoi lavori di una sottile sensualità che fa leva su certe ambiguità che l’artista dosa in modo sapiente. Giovani donne e ragazzine nascondono i loro caratteri sessuali, confusi da una pittura che misura con attenzione colori, ombre e tagli per sottolineare quel senso di confine. Sembrano vivere in una dimensione tutta loro, privata e sognante.
La pittura di Milena chiede di essere guardata con occhi sgombri da pregiudizi e da certezze ferme e immutabili; le persone dei suoi quadri vogliono essere viste con empatia ed emotività e solo allora potremo iniziare a dialogare con loro e a riconoscere in loro le nostre domande e la nostra perenne e continua metamorfosi.
We’re all made up of many parts, other halves. Not just me.
CIRCOLOQUADRO arte contemporanea Galleria Buenos Aires 13 (fermata MM Lima)
20124 Milano Tel. 02 6884442 – info@circoloquadro.com.
Orari: dal martedì al venerdì ore 11.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato dalle 15 alle 19.
MILENA SGAMBATO
FERITOIE
a cura di Donato Viglione
con il contributo di Circoloquadro Milano
16 luglio -3 settembre 2017
Palazzo Coluccia, via Giacomo Matteotti 41, Specchia (Lecce)